Sette ragioni alla base degli investimenti dei Family Office nelle Startup

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di Roberto Tronci*

Molti  nostri clienti e non solo i Millennials ma anche Baby Boomers ci chiedono di trovare qualche ottima occasione di investimento in startup. Si tratta di investimenti sui quali siamo sempre  cauti ma siamo anche convinti che vi siano sempre delle belle idee sulle quali investire.  Gli startupper  rispetto a pochi anni fa si sono fati più smart: meno sognatori e più concreti e, soprattutto, più consci del fatto che non bastano i soli fondi di VC per la crescita ma ci vuole ben altro. Stiamo guardando alcune startup interessanti e non solo tecnologiche e abbiamo in corso una serie di colloqui con primari Venture Capitalists per  far partecipare i nostri clienti ad alcuni investimenti. Ci sono a mio parere  7 aspetti dell’investimento dei Family Office in startup:

  1. Investimento attivi I FO sono spesso investitori passivi e allocati ad alto rischio: la tendenza si è spostata nell’investire in settori con maggior crescita. Inoltre, in molti casi, l’investimento è abbastanza grande da far si che un rappresentate del FO sia nel board contribuendo a dettare la strategia aziendale.
  2. Visione a lungo termine – I FO possono investire in cicli di ricerca e sviluppo più lunghi specialmente se la loro clientela è fatta da Millennials. Non sono pressati per disinvestire in tempi rapidi.
  3. A differenza di un VC che ha linee guida rigorose. Un FO può anche orientare il proprio investimento all’avvio nella fase di seed e non in mezzanine ad esempio.
  4. I FO in genere non hanno requisiti specifici sulla forma di investimento in capitali: in altre parole possono investire in equity per finanziare ricerca e sviluppo, possono prestare dei sodi alla società o, semplicemente, inserire delle competenze specifiche nelle startup.
  5. Networking: le startup sono una fonte di networking ( ma anche i FO) sono un abilitatore di networking ma, sopratutto le startup possiedono per loro natura molte delle chiavi dell’innovazione.
  6. Alcuni segmenti di clientela dei FO ( e non solo i Millennials) è orientata a cercare uno scopo sociale negli Molte startup vogliono cambiare il mondo e pertanto i FO investiranno anche in base all’opportunità di cambiare il mondo.
  7. Competenza – I gestori di FO sono allo stesso tempo furbi e intelligenti se investono in startup stanno in realtà assumendo per loro e per i loro clienti talenti straordinari.

*CIO di Albacore Wealth Management

Nuove categorie di imprenditori avanzano

fk50kc-dzsg-fred-mouniguetIl nuovo report di  Scorpio Partnership con BNP Paribas realizzato intervistando i rappresentanti di 2650 famiglie multimilionarie in 21 Paesi per un totale di 40 miliardi di dollari  di asset gestiti  individua un cluster specifico: gli Elite Entrepeneurs che raramente sono investitori di prima generazione ma che provengono, per la maggior parte, da famiglie imprenditoriali. Si tratta di creatori di ricchezza con il virus dell’imprenditoria  che tendono a concentrarsi su poche imprese per dare il massimo e che pensano che oltre a creare valore la loro mission sia quella di trasferire il senso dell’imprenditorialità alle generazioni successive. Nella figura qui sotto trovate la loro asset allocation. Da notare un 8% di Social Responsible Investment e un 7% di Angel Investment.

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Gli Elite Entrepeneurs  detengono in media quasi 14,9 milioni di dollari. Al loro interno  ne vengono individuati 5 tipi:

Ultrapeneur. Ha patrimonio in eccesso da investire per oltre 25 milioni. La CSR per lui  è un aspetto molto importante degli investimenti

Il Serialpreneur. Un imprenditore seriale che ha fondato più di 5 aziende e continua a impegnarsi in questo senso.

The Woman Entrepreneur.  Imprenditrici che hanno superato le barriere che ne ostacolavano il successo e che riconoscono che l’unione fra le donne fa la forza per il successo delle aziende.

Il Boomerpreneur. Baby Boomers (dai 55 in su) che vogliono impiegare il loro capitale in nuovi business ma non le loro profesionalità.

Il Millennipreneur che mostra una forte motivazione a diventare imprenditore seriale più del serialpreneur dato che sono Millennials-imprenditori attivi da più di 10 anni e considerano l’Healthcare e l’industria del wellness e il Tech come i driver dell’industria del futuro.

Tutti questi segmenti degli Elite Entrepeneurs hanno piena coscienza della loro fortuna sia professionale che personale ed hanno una forte vocazione ad aiutare le generazioni successive a crescere dal punto di vista imprenditoriale. In conclusione gli Elite Entrepeneurs non sono tanti a livello mondiale ma sono quelli che con la loro passione e con il loro approccio multitasking (alcuni di loro gestiscono o contribuiscono alla gestione di più aziende) sono veramente in grado di far crescere il tasso di imprenditorialità nelle generazioni successive.

L’impact investing è una nuova asset class?

granoL’impact investing è quel tipo di investimento che genera benefici sociali o ambientali oltre ai capital gain. Si tratta quindi di un asset class a parte rispetto a quelle tradizionali che viene più che altro considerata da investitori istituzionali.  Gli impatti dell’ impact investing sono anche di tipo reputazionale per chi investe, insomma oltre al ritorno sul capitale investito c’è un dividendo reputazionale.

In un epoca di alta liquidità e di tassi bassi l’impact investing è una asset class appetibile anche per i wealth manager che possono proporre ai clienti questo tipo di investimento come valido complemento ad altre asset class. I vantaggi per il cliente sono finanziari, reputazionali come già detto sopra e sono anche vantaggi intangibili come, ad esempio, lo sviluppo di una rete di relazioni con new entrepeneurs e professionisti, in grado di apportare know how inediti e, perché no, creare occasioni di investimento consistente in un futuro molto vicino. Il wealth manager, invece ha anche il compito  di ricercare nuovi progetti di investimento, nuovi mentors e nuovi operatori in grado di abilitare i progetti di impact investing.

Fra i settori obiettivo dell’impact investing ci sono quelli definiti dal IFC (International Finance Corporation) un organismo della World Bank e sono fra gli altri:

  • I wearable: i mini computer, smart watch, sensori, occhiali a realtà aumentata che una volta indossati consentono di acquisire in tempo reale informazioni su aree di proprio interesse;
  • Smart system: i progetti che permettono di rendere intelligente il funzionamento degli edifici (perlopiù pubblici)
  • Watertech: i sistemi di filtraggio e conservazione dell’acqua con specifico riferimento al trattamento per la gestione e riduzione dello spreco
  • Energie rinnovabili e loro conservazione
  • il riciclo dei rifiuti
  • Lo sviluppo dell Agritech per tutti quegli strumenti che consentiranno una migliore gestione delle terre e la migliore ottimizzazione nell’uso di pesticidi naturali e del Medtech e cioè l’incremento qualitativo per gli strumenti connessi alla Telemedicina
  • Edutech: lo sviluppo della formazione online e del remote learning con tutti i modelli innovativi di formazione.

Gli abilitatori dell’impact investing: i Millennials

In tante aree del mondo le ricchezze stanno passando di mano e molti eredi hanno valori diversi di loro padri e dai creatori delle ricchezze. Mentre i genitori erano occupati a sviluppare  la ricchezza delle famiglie imprenditoriali i loro figli, pur ereditando il patrimonio, non è detto che vogliano proseguire la strada dei genitori. Ecco allora che perseguono progetti filantropici od attività di impact investing per lasciare un segno della loro presenza nel territorio ove vivono. Si tratta di ereditieri appartenenti al cluster dei Millennials, di vedute più larghe anche grazie ad una maggiore istruzione ed alla tecnologia. Secondo un report di UBS sono ereditieri in aree mature come l’Europa, area leader per la conservazione dei patrimoni di generazione in generazione, ma sono anche dei new riches ed i self made billionaires in Asia dove è più veloce l’accumulo delle ricchezze e dove “nasce” un billionaire  ogni tre giorni.

I millenninals secondo  UBS hanno come obiettivo non solo ottenere rendimenti ma anche soddisfare le esigenze degli stakeholder delle aree dove vivono adottando vere e proprie iniziative di CSR. Prima la CSR era stata bollata come green washing un modo cioè per dare una patina di buona percezione ad aziende o famiglie che con le loro attività industriali avevano danneggiato i territori o i sistemi finanziari/industriali dove operavano. Ora, invece, per molti la CSR coincide spesso con l’ impact investing e con la filantropia anche se in realtà, dal punto di vista tematico ne sono solo una parte.