I quattro trend della filantropia negli USA

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Il 2016 è stato un buon anno per la filantropia ma nel 2017 secondo Wealth Management .com il cambiamento dell’amministrazione americana può per alcuni aspetti bloccarne la crescita. Se da un lato, come abbiamo scritto, Trump con i provvedimenti fiscali che ha promesso può aiutare l’industria del wealth management esiste anche  un’ altro lato della medaglia: l’eliminazione della tassa di successione ridurrà l’incentivo alle donazioni ed in più, secondo molti analisti, la nuova amministrazione potrà limitare la deducibilità delle donazioni stesse. Ecco quali sono i quattro trend principali della filantropia negli Stati Uniti.

  1. Si svilupperà ancor di più l’impact investing perché esistono le competenze e perché c’è un trilione di dollari depositato in fondazioni che può essere dato in gestione oppure utilizzato per investimenti ad impatto sociale. Si tratta di una tendenza in corso, infatti il valore dei soldi dati in  gestione e investiti in operazioni con impatto sociale è aumentato negli Stati Uniti di 8,72 trilioni di dollari.
  2. Le  donazioni aumenteranno in numero ma saranno fatte da meno persone mentre diminuirà il numero delle donazioni fatte dalle persone meno abbienti
  3. Nella filantropia crescerà il ruolo delle donne che detengono la metà degli asset dati in gestione negli Stati Uniti. Nei prossimi anni le donne erediteranno il 70% degli importi derivanti dai passaggi generazionali e si aspetta che moltiplichino le operazioni filantropiche. Intanto Sheryl Sandberg ha  donato 100 milioni ad un fondo Lean In  che favorisce l ‘empowerment delle donne.
  4. Cresceranno gli advisor filantropici all’interno delle wealth manager  firms perché la filantropia è un asset strategico nella gestione dei patrimoni.

Quello che notiamo in questi trend è che, per esempio, l ‘impact investing sta assumendo contorni definiti anche in Italia, il recente  lancio di Endeavor e l’approvazione che ha ricevuto nella nostra comunità finanziaria e in quella degli innovatori  fa ben sperare per il futuro così come è importante sottolineare come vi siano delle associazioni molto attive i Italia che promuovano l’empowerment al femminile e la filantropia ma spesso più che essere sostenute da single donors sono sostenute dalle aziende.

La rivoluzione filantropica degli Stati Uniti

landOggi Bill Gates ha dato un’intervista al  Corriere della Sera e già dal titolo (“Il 95% dei soldi che ho non mi è necessario”) si capisce che parlerà di filantropia. Gates si sente un innovatore radicale nel suo campo e annuncia che i suoi contributi al Global Fund (che si occupa di trovare i rimedi per AIDS, tubercolosi e malaria) supereranno i contributi di tutti i donatori diversi dai governi .

A un certo punto della vita di Gates è stata chiara una cosa: ha usato il suo enorme potere e il suo enorme patrimonio per far lavorare insieme le persone per un obiettivo comune e da rivoluzionario e padrone dei computer (ricordate la procedura per abuso dominante in Europa che gli intentò il commissario alla concorrenza dell’ epoca: Mario Monti)  vuole essere percepito come un filantropo seguendo l’esempio di grandi filantropi della storia: Dave Carnegie e Rockfeller e trascinando con se un pezzo da 90 della finanza Americana: Warren Buffett. Nessuno nella storia dell’umanità ha mai donato tanto quanto Bill & Melinda Gates,  In maniera approssimativa  il  New York Times New York Times ha calcolato che da quando esiste la Bill and Melinda Gates Foundation circa 3 milioni di bambini sono   stati salvati da morte prematura. Ovviamente non è tutto merito dei coniugi Gates, ma il loro contributo è stato determinante, più di quello di interi paesi. Ad esempio, la loro fondazione contribuisce da sola all’11% del bilancio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, quattordici volte in più di quello che dà il governo inglese, e in campo agricolo è la quinta finanziatrice al mondo di programmi di aiuto bilaterali preceduta solo da Germania, Norvegia, Stati Uniti e Giappone.

Gli Stati Uniti son nel mezzo di una rivoluzione filantropica scrive l’ Huffington Post, il numero dei miliardari che dall’inizio del millennio hanno deciso di dare in beneficenza una parte sostanziale delle loro immani ricchezze è andato progressivamente aumentando ed al club dei filantropi si sono aggiunti ultimamente Richard Branson (Virgib Group) e Mark Zuckenberg (Facebook).